Una persona che abbiamo seguito cercava lavoro di nuovo in una corporation, e come dirigente per di più. Per due anni, subito dopo aver perso il lavoro, ha colmato da subito il vuoto nella sua biografia professionale con due posizioni dignitose, con due contratti di collaborazione un pò “creativi”, ma sensati. E poi ce l’ha fatta a ritornare dirigente, complimenti di tutto cuore (è stato un osso duro). Tra l’altro, ci ha detto che non ha più paura di perdere di nuovo il lavoro: ora sa come fare. Questa è la cosa più bella del nostro modello di coaching, e dei Job-Club: sapere che hai contribuito a sviluppare nelle persone la capacità di affrontare le prossime tegole che dovessero cader loro sulla testa.
Questa dei senza-lavoro è una grossa questione nei Job-Club, che accende molte reazioni: il fatto che le aziende rifiutino candidature di disoccupati. Esatto, lo sapete benissimo, sono moltissime che eliminano candidature perchè al momento sono fuori dal lavoro, nonostante siano qualificati e ottimi potenziali per la posizione. In genere, ma non è una regola, più l’azienda è grande, strutturata, più procede con un controllo formale del CV, e rischia di adottare questa procedura: basta che tu non sia al lavoro attualmente, e la maledizione cade su di te. Sei bandito subito, senza appello. I cercatori di lavoro si abbattono o si arrabbiano molto di fronte a queste politiche aziendali. Che sono insensate, ovvio, lo diciamo da sempre anche noi. Tra l’altro un giorno anche quei selezionatori potrebbero trovarsi fuori dal lavoro, siamo tutti figli dello stesso Dio, no? Ok, se è questo il sistema stupido in cui dobbiamo agire, meglio superare questi ostacoli. Ammesso che siate convinti di voler cercare lavoro solo in quel 5% di aziende “big” o multinazionali che costituiscono una piccola parte dell’occupazione italiana e mondiale (NON è una buona idea ridurre così tanto il vostro mercato), a questo punto state al loro gioco. Non c’è ragione di scoraggiarvi e mollare. Non fatelo. Il fatto che siate senza lavoro non deve essere un problema, nè per voi nè per gli “esperti di risorse umane”. Fateli contenti: riempite i buchi.
– trovate un lavoro con contratto occasionale, interinale/temporary, associato, partecipato, qualsiasi forma concessa in quel casino che è il nostro sistema giuslavoristico. “Il momento è propizio: grande è la confusione sotto il sole” diceva il dittatore Mao;
– uno o più posti part-time, con qualsiasi contratto
– lavoro autonomo: siate pronti a dare prova pero’ che avete dei clienti e che state lavorando
– tirocinio o internship, si’, anche per gli adulti
– volontariato (fatevi attestare cosa fate, per i pignoli)
Non stiamo dicendo che quei tipi di lavoro vanno bene, chiaro? Ma solo che possono rispondere alle naturali obiezioni di un certo tipo di aziende e selezionatori, ed evitare di farvi triturare dal loro screening. A proposito, sicuri poi di voler lavorare in una azienda che rifiuta i disoccupati come fossero lebbrosi?
Nicola Giaconi, psicologo. Creatore di Trovare il Lavoro che Piace e Job-Club.it
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