Stiamo concludendo il progetto “Ripartire” insieme a Caritas. L’azione porta nel mondo del lavoro persone che stanno seguendo con Caritas un programma per uscire da situazioni di disagio anche estremo (debito, droga, alcolismo, gioco, disabilità fisica e psichica). Il lavoro in questo progetto consiste nel placement e nel nostro approccio al networking basato sull’offerta di lavoro, e per gli ottimi risultati ottenuti ha avuto l’attenzione anche dei SERT e degli altri enti che si occupano di placement per utenze simili. Nel panorama variegato e purtroppo non proprio efficace delle azioni di contrasto alla disoccupazione e delle politiche attive per il lavoro in Italia, conforta rilevare come il nostro metodo proprio in tempo di crisi sia quello che funziona, anche e sopratutto con utenze “difficili”. Come sa chi ha seguito la nostra formazione, il nostro approccio è fondato sullo scouting e sul coaching sulle metodologie di ricerca del lavoro che funzionano di più. Ormai la pianificazione corretta della ricerca di lavoro è possibile e insegnabile a tutti, al punto di essere disponibile gratuitamente e liberamente nei nostri Job-Club. Dopo 25 anni di divulgazione i temi dell’outplacement e del job-hunting sono argomenti molto conosciuti (a tal punto che ormai sono letteralmente “scritti sui muri”, gratuiti, disponibile a chiunque). La maggior parte delle persone – basta che legga il nostro sito o il nostro libro – è in grado di impararla e farcela da solo, senza career coach, servizi di placement, consulenti o guru. Senza usare social media o amenità simili. Perfino senza dover scrivere un curriculum! Ma l’asticella è stata posta più in alto. La domanda che ci pongono gli operatori, e gli enti, è questa: cosa fate con le persone che non ce la fanno? Riposta: la differenza la fa il nostro metodo di supporto cognitivo ed emozionale alle persone scoraggiate, che è l’oggetto particolare e distintivo della nostra formazione al career coaching. Cercare e trovare lavoro ha più a che fare con le emozioni che con la capacità di lavorare o scrivere un curriculum: è su questa declinazione che stiamo mettendo il nostro impegno da qualche anno, coniugandolo, oltre che nei Job-Club, anche nei gruppi di self-help di lotta alla povertà e all’indebitamento (sul quale tra breve dovrebbe uscire il nostro nuovo manuale “segreto”). Quindi: un grazie a tutte le realtà che hanno partecipato al progetto Ripartire e agli altri progetti che abbiamo condotto in Veneto , in particolare alle cooperative, aziende e enti nel territorio vicentino e padovano che hanno accettato la sfida di sviluppare e andare oltre i modi ormai stereotipi di (non) fare politica attiva del lavoro.
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