Da tanti anni le storie più interessanti che sentiamo da chi cerca e ha trovato lavoro non sono passate per il CV. Sì, hai capito bene, non puoi immaginare quante persone abbiamo aiutato a trovare lavoro… senza usare il CV! Senza nemmeno che sentissero l’esigenza di averne uno. Apriamo una parentesi: si accende sempre qualche rimbrotto in chi ci legge quando ne parliamo, ma poi le persone che cercano lavoro con i Job Club sono sempre sollevate nello scoprire come funziona l’incontro reale tra i mercati del lavoro, e possono smetterla di usare metodi che funzionano poco, o che gli fanno buttare soldi, fatica e tempo. Si sentono sollevate. Al limite un pò dispiaciute per non averlo capito prima, ed essersi fatte prendere in giro da un sistema (il cosiddetto mercato del lavoro) che funziona in un modo che nessuno gli ha insegnato. Perchè altri, e non chi cerca lavoro che ne avrebbe tutte le ragioni, ma i cosiddetti “esperti di risorse umane” ci prendano come pretesto per offendersi quando diciamo “brucia il tuo CV!” è una questione interessante, che conosciamo accuratamente da 25 anni nelle sue dimensioni emozionali e perfino corporee, e che siamo disposti ad aiutare a risolvere con un adeguato counseling. Dopo di che, attivata una sana reazione controfobica, consigliamo loro di andarsela a prendere con la loro costose Università, o i Master o le scuole di psicologia/counseling/coaching/mentoring/sponsoring/tutoring in “risorse umane” che non glielo hanno insegnato. (In genere non lo fanno: si iscrivono ad un altro Master truffa). Chiusa parentesi: torniamo al CV. Il CV è il mediatore comunicativo più sopravvalutato e stupido che esista: nato per selezionare reclute per la guerra o classificare lavoratori in sistemi industriali alienati, speravamo scomparisse con il progresso…. ahinoi, è diventato un totem collettivo. Anche in Europa. Il lavoro che le persone raccontano a noi di Job Club e Trovare il Lavoro che Piace è sempre un lavoro speciale, qualunque sia, che non si riassume in una semplice qualifica o un ammasso di competenze. La cosa ridicola è che le Pubbliche Amministrazioni, la formazione, le risorse umane, l’Università, che arranca con diversi decenni di ritardo in qualsiasi riflessione sul mercato del lavoro, come unica e burocratica risposta (spacciata come sapienza tecnica) propongono ancora sistemi per dare un nome alle qualifiche dei lavori (tipo certificazioni) e seminari nientemeno che sul CV o il suo equivalente sul web! Come se fosse il CV o il web a sbattersi per andare a cercare lavoro per te. E’ abbastanza curioso che nei vari “progetti lavoro” delle amministrazioni e di altre sedicenti agenzie esperte di risorse umane (in genere reclutatori senza più lavoro riciclati ad aiutare i senzalavoro che fino a pochi giorni prima sbattevano fuori dalla loro agenzie come “incollocabili”) si senta ancora proporre in modo trepidante come soluzione competente, etica e motivata “ti insegno a fare il CV e il colloquio di lavoro”. Perchè il popolo non si sia ancora inferocito chiedendo “Scusa, ma al colloquio come ci arrivo? Con la tua raccomandazione?” “Scusa, dopo 25 anni di lavoro ad una macchina in catena di montaggio nel CV che ci metto, la mia pasta al forno della domenica?” è un mistero legato alla naturale arrendevolezza e bontà del popolo italiano nel sopportare le stupidaggini. Nell’accidia di pensiero e di azione di fronte alle sfide dei mercati del lavoro capitalistici, chi trova spazio e ne approfitta è sempre la tecnologia pubblicitaria, che si è inventata una banca dati di job-title e dati personali privati linkati tra di loro come Linkedin, sulla quale esprimiamo da sempre le nostre riserve (non solo noi). Nel mondo reale, nei mercati del lavoro nascosti all’industria pubblicitaria globalizzata, invece, lavoratori e aziende sono persone che cercano di incontrarsi e coincidere su questioni concrete: lo sai fare quel lavoro? hai voglia di farlo? cosa puoi fare per noi? quale è l’ambiente in cui lavori meglio? che tipo sei? con chi ti trovi meglio a lavorare? Per l’80% delle aziende e l’80% dei lavoratori questo solo importa, in quanto utilizzano metodi basati sull’offerta di lavoro. Il restante 20%, che usa metodi basati sulla domanda di lavoro (la peggiore condizione per chi cerca lavoro) sta nelle grandi aziende o nelle multinazionali globalizzate e viene scremato ancora dalle cosiddette “risorse umane”, da agenzie e dai reclutatori, e noi di Job-Club e Trovare il Lavoro che Piace non possiamo farci niente. Ci occupiamo del misero 80% che cerca nel mercato del lavoro nascosto.
Nicola Giaconi, psicologo. Creatore di Trovare il Lavoro che Piace e Job-Club.it
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