Colloqui di lavoro e autocandidatura

tratto da manuale dei Job-Club e da Job Design

Ci siamo. Dopo tanti contatti, telefonate, lettere e curriculum è arrivato il momento fatidico: la convocazione per il colloquio.
Sul colloquio è stato detto e scritto talmente tanto che a volte ci sembra di sapere tutto. Purtroppo non è così. Troppe persone si presentano al colloquio senza essere preparate, adottando comportamenti o tecniche spesso basate su stereotipi o dicerie comuni. Sebbene l’incontro con un potenziale datore sia un’occasione troppo importante per essere lasciata all’improvvisazione, molte persone cominciano a prestare attenzione al modo e alle strategie per riuscire ad ottenere il lavoro solo dopo decine di colloqui andati a vuoto. Ma non è necessario sprecare tante occasioni per superare il colloquio. Se esistono trucchi, il migliore è prepararti prima, da vero professionista, a qualsiasi livello. Essere preparato significa saperti presentare in modo chiaro e sintetico, saper comunicare le tue capacità e soprattutto il tuo obiettivo professionale. Il lavoro si ottiene con interesse e partecipazione: mostrale sin dal primo colloquio!
Il colloquio è un momento carico di tensione non solo per il candidato ma anche per il selezionatore. Infatti chi ti sta di fronte ha l’arduo compito di raccogliere una serie di informazioni che gli permettano di formulare un giudizio preciso su di te, e stabilire se sei il candidato “giusto” per quel lavoro. Sbagliare significa per lui assumere la persona sbagliata, con tutti i relativi problemi che questo comporta: perdita di tempo, denaro, produttività, ecc. La sua mente quindi è assillata da una serie di domande che necessitano di risposte precise ed esaurienti:
•    Come si inserisce questo candidato nell’azienda e nel suo gruppo di lavoro? Ha doti di flessibilità, serietà, concretezza, impegno, apertura mentale, capacità di motivare gli altri e di sdrammatizzare i problemi? Legherà con i suoi colleghi e i suoi superiori?
•    È motivato per questo lavoro? Quanto sembra desiderarlo?
•    Potrà portare nuovi stimoli, positività, dinamismo, intelligenza ed energia nell’ufficio (reparto, gruppo, settore) al quale verrebbe destinato?
•    Manifesta un sincero interesse ed entusiasmo per l’azienda, per quello che facciamo e per quello che vogliamo fare in futuro? Gli possono piacere le sfide, anche impegnative, che l’azienda affronta per giungere ai risultati previsti?
•    Possiede la professionalità e le competenze per svolgere al meglio i compiti assegnati?
•    È probabile che resti a lavorare per l’azienda o se ne andrà alla prima occasione? Desidera questo posto solo per denaro?
•    Possiamo permetterci di assumerlo?
•    Ha un aspetto gradevole? (dove “aspetto gradevole” non vuol dire “bella presenza” ma presentarsi in ordine e con la maggiore naturalezza possibile. Significa vestirsi pettinarsi, radersi, profumarsi come si farebbe per andare a quel lavoro, senza esagerazioni e affettazioni)

Per trovare risposta a questi dubbi, il selezionatore ti formulerà una serie più o meno ampia di domande a cui dovrai rispondere in modo chiaro, esauriente e preciso. Ricorda che i tuoi obiettivi nel colloquio sono:
•    mostrare una motivazione genuina alla posizione offerta;
•    presentare la tua persona e la tua professionalità;
•    mettere in risalto i tuoi punti di forza che ti rendono adatto alla posizione;
•    suscitare l’interesse del selezionatore affinché prenda in seria considerazione la tua candidatura.

LA PREPARAZIONE AL COLLOQUIO
Il colloquio va preparato! Ecco cosa fare:
•    la raccolta di quante più informazioni possibili sulla società e sulla mansione. Più informato sarai, più avrai modo di motivare il recruiter dimostrando interesse, curiosità, competenza e spirito d’iniziativa;
•    la preparazione alle domande del selezionatore. Quello che il datore chiede è prevedibile: riprendi il tuo bilancio delle competenze, preparati le risposte e allenati ad esporle in modo chiaro e sintetico;
•    la definizione di una lista di domande che desideri porre al selezionatore. Il colloquio è uno scambio di informazioni in cui anche il candidato ha il diritto e il dovere di porre domande sull’azienda, sul mercato e sulle caratteristiche del profilo da ricoprire. Prepara la lista delle cose che vuoi sapere e ricorda che la qualità delle tue domande serve al selezionatore per valutare quanto sei adeguato per il tipo di lavoro;
•    la preparazione del materiale da portare al colloquio. Prepara tutti i documenti che possono supportare la tua candidatura: risultati, pubblicazioni, ricerche, ecc.
•    l’identificazione della sede del colloquio. Perdersi alla ricerca della sede e giungere in ritardo spesso vuol dire giocarsi l’occasione.  Utilizza una mappa o parti con largo anticipo, ma arriva puntuale!
•    decidere cosa indossare: la prima impressione è molto importante e il modo in cui ti vesti ha un forte impatto. Non ci sono regole generali se non quello di indossare abiti sobri e adatti alla società e al ruolo che vuoi ricoprire (evita qualsiasi eccentricità).

LE DOMANDE TIPICHE DEL COLLOQUIO DI SELEZIONE

Domande personali
⁃    mi parli di lei
⁃    qual è il suo obiettivo professionale?
⁃    quali sono i suoi principali difetti e le principali qualità?
⁃    mi descriva una sua giornata di lavoro tra 5, 10 anni.
⁃    qual è stato il suo più grande fallimento e il suo maggior successo?
⁃    da quanto tempo cerca lavoro? come mai da così tanto?
⁃    quale è il suo lavoro ideale?
⁃    quali sono le occasioni in cui litiga con le persone, e perché?
⁃    come prende una decisione importante?
⁃    di solito che cosa fa la sera? e nel fine settimana?
⁃    quali programmi televisivi guarda e perché?
⁃    quali libri e riviste legge?
⁃    quali sono i suoi interessi e suoi hobbies?
⁃    che tipo di persona è?
⁃    come si descriverebbe?
⁃    è sposato? fidanzato? ha figli?

Domande sulle esperienze professionali e formazione
⁃    riassuma brevemente il suo curriculum.
⁃    come ha scelto il corso di studi?
⁃    come mai è stato bocciato?
⁃    come mai non ha terminato l’università?
⁃    che materie di studio ha preferito?
⁃    se ricominciasse, quale corso di studi sceglierebbe?
⁃    cosa ha fatto in questi mesi in cui non lavorava?
⁃    perché sta cercando un altro lavoro?
⁃    perché ha accettato l’ultimo lavoro?
⁃    cosa pensa dei suo attuale datore di lavoro?
⁃    che cosa pensa dei suoi colleghi?
⁃    che cosa le piaceva di più e cosa di meno nel suo impiego precedente?
⁃    che cosa le piace di più e cosa di meno nel suo impiego attuale?
⁃    mi parli del suo peggiore e del suo migliore datore di lavoro?

Domande sul lavoro proposto
⁃    che cosa pensa di questo lavoro?
⁃    perché si è candidato?
⁃    cosa conosce della nostra azienda?
⁃    quale è l’immagine pubblica della nostra azienda?
⁃    mi spieghi le ragioni per le quali dovremmo assumerla.
⁃    che cosa pensa di avere in più degli altri candidati?
⁃    non le sembra di essere carente di esperienza?
⁃    che retribuzione si aspetta? quanto guadagna ora?

L’ATTEGGIAMENTO GENERALE
Di seguito riportiamo alcuni punti importanti da tenere presente durante il colloquio:
•    ricordati che sei lì per offrire il tuo tempo, le tue risorse e la tua professionalità (in cambio dello stipendio), e non per elemosinare il lavoro che ti possono offrire. Cerca di tenere sempre in mente questa semplice verità: è sorprendente sentire quotidianamente come imprenditori, direttori e selezionatori rimangono favorevolmente colpiti da un atteggiamento propositivo rispetto ad un atteggiamento del tipo “qualsiasi cosa mi chiediate purché mi facciate lavorare”. Basta ricordare che come ti presenti durante il colloquio riflette il modo in cui lavorerai dopo;
•    direttamente collegato alla precedente: attenzione ai primi momenti dei colloquio. Questi danno il tono, il “colore” di tutto il colloquio successivo. Alla tipica domanda “mi parli di Lei” oppure “come mai qui?”, che è volutamente generale per metterti a tuo agio (ma anche per farti scoprire), rispondi brevemente e chiaramente, parlando per non più di 2 minuti alla volta;
•    e dopo questi 2 minuti non lasciare mai cadere il silenzio: rivolgiti, gentilmente ma senza timore, al tuo interlocutore. Serve per allentare la tensione (che non esiste solo per te: chiunque seriamente interessato a ricercare un collaboratore ha il timore di non fare la scelta giusta), per mostrare l’atteggiamento aperto e dialogico che è in te, oltre che a farti un’idea più chiara di chi hai davanti. Hai illustrato brevemente chi sei e cosa ti aspetti dal lavoro e da quel posto: bene, chiedi pure se la persona davanti a te è d’accordo, o se quell’impiego ha determinate caratteristiche.
•    non criticare mai ex datori di lavoro, clienti, fornitori, colleghi: lo farai un giorno anche con la persona che hai davanti?
•    esponi il lato positivo anche dei tuoi difetti. Se sei ipercritico, rispondi: “Amo il lavoro fatto bene fino in fondo e a volte sono un po’ troppo esigente…”. Se hai bisogno di molta supervisione, puoi affermare “… sono scrupoloso e molto attento alle procedure.” (Promettendo dentro di te di diventare più indipendente!);
•    parla di soldi solo se sei ben informato su quanto prevedono i contratti o quella azienda, e solo dopo aver “sentito” la possibilità di assunzione;
•    non mentire. Un periodo di disoccupazione, una difficoltà in famiglia o negli studi può essere spiegato (non c’è bisogno di giustificarlo) in maniera matura, senza farne scaturire difetti o colpe che riguardano solo te, e il tuo passato.
•    relativamente all’atteggiamento non verbale, ci sono un sacco di consigli in giro su come gesticolare, come e se incrociare le braccia, se accavallare le gambe o guardare negli occhi l’interlocutore. Di cose su questo argomento se ne sono scritte parecchie, e forse a sproposito. Sapere intervenire sul proprio comportamento non verbale richiede tempo ed enorme attenzione, e nessuno ti chiede di diventare un attore. Fortunatamente, siamo quello che siamo, con il nostro carattere e la nostra personalità, che ci rende unici e particolari, come le risorse che offriamo ad un potenziale datore di lavoro. Sii quindi te stesso, per quanto possibile, ed evita atteggiamenti artefatti. In fondo si tratta di una conversazione tra due persone con l’obiettivo di scoprire se le reciproche aspettative possono incontrarsi. Essere emozionati e tesi è naturale, e il selezionatore lo sa.

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