di Nicola Giaconi , creatore di Job Design
Le professioni (i “nomi” dei lavori) sono oggi molte di più rispetto al passato, e la maggior parte sono poco conosciute. Facciamo un esempio. Molti studenti si iscrivono alla facoltà di giurisprudenza perché desiderano diventare “avvocati”. Il termine “avvocato” ci dava, fino a circa 20 anni fa, una identità abbastanza definita di un certo tipo di professione. Oggi la situazione è molto più varia e ricca. La grande specializzazione richiesta dal mercato ha portato alla nascita di molte professioni nel campo legale che gli studenti non conoscono. Mirano così a diventare “avvocato”, professione a lunga attesa di occupazione e dal settore saturo, semplicemente perché ignorano l’esistenza di altre professioni, ad esempio l’esperto di contrattualistica specializzata, per le quali la domanda è alta e spesso non è nemmeno necessaria, da un punto di vista burocratico-formale, la laurea in una determinata materia. Si tratta solo di un esempio, che può essere ripetuto per centinaia di altre professioni “visibili”, cioè conosciute più di altre solo perché le “vediamo” per la strada, in famiglia, nei giornali e così via. La disoccupazione investe queste professioni, mentre molta richiesta viene da professioni meno note, o appena nate.
L’immagine che si adatta meglio al mercato del lavoro è quella dell’iceberg. La maggior parte dell’iceberg è nascosta sotto l’acqua, ma per questo non vuol dire che non esista. La maggior parte delle professioni conosciute stanno sulla parte emersa, e sono quelle dei genitori, dei parenti, delle persone che conosciamo, e quanto ci mostrano la TV o i giornali.
L’obiettivo è di cercare il nostro mercato “nascosto”: professioni e specializzazioni meno conosciute, in aziende meno conosciute. Una precisazione: perché ci sia domanda di lavoro nella parte “visibile” dell’iceberg occorre che il bisogno corrispondente sia stato trasformato in una domanda. Di per sé il bisogno non basta a creare le condizioni per una nuova occupazione. Facciamo un esempio. Il bisogno di vivere in un ecosistema non inquinato, e di difendersi dalle conseguenze nocive dell’industrializzazione sono riconosciuti come esigenze (“bisogni”) della società da diverse decine di anni. Il che significa che la società ha bisogno di esperti nella prevenzione e nella “cura” ecologica. Il fatto che questa esigenza esista non significa che automaticamente vengano creati dei posti di lavoro dipendente. Nel nostro esempio, la creazione di posti di lavoro dipendente è dovuta il più delle volte dal fatto che la società imponga (attraverso leggi, ad esempio) il controllo dell’ambiente ad aziende e cittadini. Quando questo avviene, la domanda di personale qualificato nel campo dell’ecologia aumenta di conseguenza. Lo stesso vale per la nascita di corsi di Laurea e Diplomi Universitari ad indirizzo “ecologico”: la loro istituzione non significa che esistano già posti di lavoro “garantiti” in quel settore e in quelle funzioni. In realtà, tali “posti” esistono per coloro che riescono, con la propria attività, a fare scaturire una domanda di lavoro da un bisogno più o meno latente.
COME INVESTIGARE NEL MERCATO DEL LAVORO NASCOSTO
Se andiamo a guardare nel mercato del lavoro nascosto, la parte “sotto” dell’iceberg, notiamo che di lavoro ce n’è molto di più di quello che si pensi e di quanto le statistiche facciano pensare. L’80% di tutti i nuovi posti di lavoro in Europa è prodotto da aziende piccole e medie che non fanno pubblicità, e pubblicano raramente annunci, il che significa che sono praticamente sconosciute al grande pubblico. Soprattutto per i giovani, e in Italia, non è detto che si tratti subito di un “lavoro fisso”: i contratti sono a termine, o di collaborazione (contratti atipici). Il lavoro esiste in mercati poco visibili, ed estremamente locali: questo vuol dire che determinati tipi di lavoro possono essere richiesti in un luogo, ma possono non esserlo a pochi chilometri di distanza. Può darsi che nella tua città una azienda di informatica abbia molto lavoro, mentre un’altra nella stessa città, magari nella stessa strada stia fallendo. Dati sul mercato del lavoro sicuri, uniformi, in Italia o all’estero, non esistono, e prevedere la sua evoluzione è molto difficile. La maggior parte delle statistiche pubblicate parlano delle situazioni ad un livello molto generale, ma non ci dicono quali aziende stanno cercando e dove in modo particolareggiato. Ecco perché è difficile rispondere a domande del tipo “quali lavori sono richiesti?” oppure “cosa devo studiare per trovare lavoro?”. La risposta varia a seconda della zona d’Italia (o d’Europa) in cui ci troviamo, e a seconda del settore di specializzazione e della nostra funzione. Ogni tanto escono degli articoli sulle “professioni che tirano”, ma il più delle volte si basano sugli annunci di lavoro pubblicati sui quotidiani nazionali, che rappresentano il mercato del lavoro delle persone tra i 30 e i 50 anni, con almeno due anni di esperienza lavorativa. Non parlano del mercato nascosto, non rappresentano l’intero mercato. Per avere delle indagini migliori occorrerebbe intervistare accuratamente un gran numero di aziende, Provincia per Provincia, a volte Comune per Comune: è un lavoro enorme, con altissimi costi, che viene fatto raramente per tutta l’Italia (ad esempio è di facile consultazione il Sistema Excelsior dell’Unioncamere, www.unioncamere.it). Molte volte questa ricerca sul mercato nascosto viene fatta nella tua Provincia, o nel tuo Comune, da Enti come le Associazioni Industriali, le Camere di Commercio, le Università, i Centri di Formazione ecc. Sostanzialmente la ricerca dell’occupazione assomiglia molto alle moderne ricerche di mercato, e in particolare alle indagini di “nicchia”. Per il cercatore di lavoro una nicchia consiste in un settore o in un tipo di professione meno conosciuti, in cui minore è la concorrenza e maggiore la possibilità di andare incontro alla domanda, anche potenziale, del datore di lavoro. Per questo è importante la ricerca di informazioni: dopo aver individuato il proprio obiettivo, la cosa più importante è quella di trovare le informazioni locali, nascoste, strategiche sul lavoro e le aziende che ci interessano.