Trovare il lavoro… e basta

A volte i lettori pensano che Trovare il Lavoro che Piace sia un sito per la ricerca del “lavoro utopico”. Cioè per trovare un lavoro in cui:

– non si lavora, è una pacchia!

– si guadagnano un sacco di soldi per fare poco

– si guadagnano un sacco di soldi, ma devi stressarti 18 ore al giorno

– si lavora come dei matti, per gente che non ha altro dalla vita

– quei lavori ispirati o artistici dell’immaginario collettivo, tipo lo scrittore, l’artista, il Steve Jobs;

– quei lavori in cui devi essere un cervellone o avere tanti titoli di studio

– il lavoro sicuro fisso garantito, quello che nemmeno se arriva la fine del mondo ti tolgono lo stipendio ogni mese – che purtroppo è in estinzione.

TrovareilLavorochePiace-009C’è una tendenza nel coaching e nella formazione oggi, sotto la pericolosa influenza della scuola psicologica americana dell’autostima: sembra obbligare le persone a diventare ossessionate dal successo nel lavoro. Ovvero a mettere il lavoro al di sopra degli altri valori. Nel Job Club si da’ molta importanza ai valori. Cioè a quello che una persona cerca dal lavoro. Quasi più dei titoli di studio, delle competenze, della conoscenza delle lingue o dei linguaggi di programmazione. Ebbene, c’è chi nel lavoro cerca stabilità, tranquillità, ordine. Niente di eclatante. Niente carrierone, niente sgomitate per eccellere. Competizione moderata. Anche quella persona cerca “il lavoro che piace”, con pari motivazione, dignità e altezza di ideali di chi vuole cambiare il mondo o fare un sacco di soldi o prendersi il Nobel.

Per chi si sente così, e per chi ci lavora, ecco qualche consiglio per ottenere il meglio da loro (e loro da sè stesse).

1) Riconoscere il loro valore e tenerli occupati con compiti di dettaglio, esecutivi, ordinati, procedurali. Spesso gli ossessionati dalla carriera non amano fare quelle cose;

2) Lasciare che altri imparino da loro: sanno fare bene il loro lavoro, non amano imparare in continuazione cose nuove, ma sono una risorsa per gli altri che vogliono imparare, sopratutto quelli “nuovi” in azienda;

3) assegnare compiti analoghi, non sempre nuovi: i compiti nuovi possono motivare altre persone, ma loro tendono ad evitarlo. Sicurezza, procedure, routine, anche la noia loro la apprezzano. Meglio affidare loro del lavoro che richiede uno sforzo per un tempo limitato e definito, un pezzettino alla volta, che forma poi obiettivi più grandi che è meglio non dichiarare: non gli interessa.

4) riconoscere i loro sforzi e la loro vita extralavorativa: è li’ che vivono veramente, non al lavoro.

Il lavoro che piace a quelle persone consiste nel fare quello che va fatto, farlo bene, e va bene così. Non rivestono di teologia il lavoro, come se fosse una missione. Perchè in fondo il lavoro per molte persone si traduce in una ragionevole attività per guadagnarsi la sicurezza economica, e VIVERE, e che male c’è? Ci sono altre cose fuori dal lavoro. La famiglia. Il tempo. La vita.

Nicola Giaconi, psicologo. Creatore di Trovare il Lavoro che Piace e Job-Club.it

Il nostro bilancio delle competenze lo trovi qui. Il nostro libro lo trovi qui

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Personal Branding: gli irreversibili effetti dei Social Media sulla ricerca del lavoro

La ricerca del lavoro è cambiata completamente negli ultimi 10 anni a causa dei social media. La combinazione tra aumento nell’uso della tecnologia (motori di ricerca, social, e sistemi di tracking delle candidature) e un mercato del lavoro estremamente competitivo rendono obbligatorio, per chi cerca un’occupazione, stare al passo con quello che sta succedendo. Linkedin esiste dal 2003 ed è il primo social network usato nel recruiting, mentre Facebook, Twitter e Google+ hanno ancora un utilizzo limitato nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

I social media consentono un controllo rapido e gratuito delle informazioni disponibili online sul candidato. Al di là delle implicazioni per la privacy, questo può sembrare scorretto, poco umano, superficiale, slegato dalla sostanza di ciò che si vale come professionisti. Ma purtroppo è la realtà, e se non si è aggiornati sul loro funzionamento si rischia una ricerca del lavoro molto più lunga del dovuto: meglio quindi imparare ad usare i social a nostro vantaggio. La ricerca del lavoro riassume molti aspetti del nostro “funzionamento sociale”, e i social media ne sono un riflesso. Se non hai usato i social media fino ad oggi è il caso di recuperare il ritardo, in particolare su Linkedin (di cui continuerò a parlare nei prossimi post).

Chi cerca lavoro deve fare un uso intelligente dei social media per i seguenti motivi:
– alle persone piace entrare in contatto con altre persone: i social network sono solo un altro metodo usato dalle persone per conoscersi. Oltre al profilo, è utile partecipare in modo intelligente e curato nei gruppi e forum per creare la tua presenza professionale online, e prepararti a contattare le persone off-line, nella vita vera, per concretizzare la tua ricerca di lavoro
– un cercatore di lavoro “invisibile” è spesso visto con sospetto dai recruiter. E’ raro (e oggi sembra perfino strano) non trovare alcun segno della tua attività online, in particolare se stai cercando lavoro. Questa invisibilità può essere letta come un brutto segno: sei fuori dal mondo, indietro con i tempi, o addirittura stai usando un falso nome?
– assumere qualcuno che ha contatti con la propria rete sociale e professionale è percepito come più sicuro
– non svolgere una adeguata ricerca informativa sul potenziale datore di lavoro è considerato oggi un errore molto più grosso che in passato, quando la quantità di informazioni disponibili offline era molto minore
– se il CV non contiene le keyword aggiornate e personalizzate al contesto del potenziale recruiter corre grossi rischi di non apparire nelle ricerche e nel tracking delle candidature
– si può perfino essere scambiati per qualcun altro con lo stesso nome, con una maggiore visibilità e una reputazione digitale negativa!
– già nel 2010 uno studio della Microsoft mostrava come già il 74% delle aziende cercava il nome del candidato sul web prima di fare un colloquio (oggi siamo al 94%, secondo JobVite.com, e il trend non è destinato a diminuire).

COSA FARE DA SUBITO

Le tue attività sul web sono una “prova” della tua esistenza sociale e della tua reputazione digitale per chi non ti conosce (recruiter, datori di lavoro, potenziali clienti). Creare e curare una presenza online non richiede ore online per riempire di contenuti e commenti ogni social network disponibile. Usa il tuo tempo per creare contenuti precisi e coerenti su Linkedin o sui social media specializzati (blog, forum, gruppi) appropriati per la tua carriera.

Tutto ciò che è possibile trovare online su di te deve dare una immagine positiva e costruttiva. Inoltre:
– separa pubblico da privato: cercando su google il tuo nome (e come abbiamo detto, la maggior parte dei recruiter, dei datori di lavoro e dei potenziali clienti lo fa) ciò che trovi non deve metterti in cattiva luce professionalmente. Separa la tua identità professionale dalla tua identità privata, informale. Le cose divertenti o cattive mettile da un’altra parte, che siano foto di festeggiamenti o i commenti politici sul sito di un giornale. Se devi assolutamente postare cose che potrebbero essere fraintese, crea un profilo diverso sotto un nome diverso da quello che usi per la ricerca di lavoro ( a meno che tu non sia un personaggio politico, pubblico, o un giornalista). Imposta su “privato” le tue impostazioni privacy su Facebook.
– coerenza: il tuo CV deve corrispondere alla tua presenza online. I recruiter purtroppo sono abituati ad un certo grado di esagerazione nei CV, e non gli piace. Tutto ciò che posti sul web deve essere in linea con quanto affermato nel tuo CV: la tua formazione, la tua qualifica, la tua esperienza e le tue skill.
– corrispondenza con il tuo profilo Linkedin: quello che metti su Linkedin è in genere accettato dai recruiter, poiché mentre il CV può contenere le esagerazioni di cui abbiamo detto sopra, tutto ciò che è online è pubblico, visibile a colleghi, aziende e amici e soggetto al loro controllo incrociato. Confronta accuratamente il tuo Cv con il tuo profilo Linkedin per verificare la concordanza di date e contenuti.

Nicola Giaconi, psicologo. Creatore di Trovare il Lavoro che Piace e Job-Club.it

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