Il curriculum come unico metodo di ricerca del lavoro ha una efficacia tra l’1% e il 5%, a seconda della qualifica. Drammatico. Fallimentare. Rispetto all’autocandidatura diretta e tramite network, che usiamo nei nostri Job Club, che arriva all’82% per le piccole aziende, si tratta di un rapporto tra 1 e 80. E fino a qui, niente di nuovo. Nel mondo a causa della globalizzazione selvaggia e della crisi indotta da essa, negli ultimi 8 anni c’è stato un travaso di 300 milioni di posti di lavoro dai paesi democratici di vecchia industrializzazione verso i paesi del labour dumping. Tra Stati Uniti (40 ml) ed Europa (80 ml) fluttuano nel web circa 120 (centoventi) milioni di curriculum, con una percentuale di risposta positiva inferiore al 3% (una media tra le proiezioni peggiori e migliori citate nelle ricerche). Mentre la ricerca personalizzata, faticosa, mirata e locale ancora riesce a ottenere risultati anche 40 volte superiori. Lavori veri. Reali. Invisibili alle indagini. Scavati dall’incontro di chi offre e di può chiedere lavoro. Sono anni che lo diciamo. Ma quei 120 milioni di CV inutili che navigano come fantasmi tra email e web, con il loro carico ansioso di attesa… pensiamoci. Ne riparliamo.
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